- Il cittadino che esce di casa con la febbre oltre 37.5° rischia l’arresto da 3 a 18 mesi e l’ammenda da 500 a 5.000 euro.
- Nel caso in cui l’uscire con la febbre comporti il contagio di un’altra persona, può essere accusato del reato di epidemia colposa, che prevede la reclusione da 1 a 5 anni: se dal contagio deriva il decesso, la reclusione va da 3 a 12 anni.
- E’ prevista, poi, la sanzione amministrativa da un minimo di 400 euro (il doppio in caso di recidiva) fino ad un massimo di 3.000 euro per chi:
- non rispetta il divieto di assembramento in un luogo pubblico;
- non osserva l’obbligo di indossare la mascherina in un luogo chiuso diverso dall’abitazione privata e all’aperto;
- non mantiene il distanziamento sociale minimo di un metro o di due metri se si fa attività sportiva;
- non rispetta il divieto di consumare al banco o nelle immediate adiacenze del locale pubblico dopo le 18, oppure consuma cibo o bevande d’asporto in un luogo pubblico (una piazza, un parco).
Le attività commerciali che, ad esempio, restano aperte prima o dopo gli orari consentiti (ad esempio, bar e ristoranti prima delle 5 del mattino o dopo le 24), ma anche quelle che non garantiscono gli ingressi dilazionati dei clienti o che non impongono agli avventori di utilizzare le mascherine quando devono, rischiano la chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni, oltre alla sanzione da pagare.
Lo stesso vale per i ristoranti che fanno accomodare ad un tavolo più di sei persone, per i bar in cui si serve da mangiare o da bere al banco dopo le 18 o per chi ospita un banchetto nuziale con più di 30 persone.